Mani rotte

28 Febbraio 2017
prendifiato

prendifiato - Mani Rotte
Ricordo ancora quei momenti come se fossero ieri…

Non sono un tipo che esplode per la minima cosa, anzi, cerco sempre di mandare giù i bocconi anche quando questi non mi piacciono.
È sempre stata una cosa che ha caratterizzato la mia vita, farmi scivolare le cose addosso come se nulla fosse accaduto.

L’inganno era nel fatto che mentre io pensavo di far finta di niente, qualcosa si accumulava dentro di me.

Torti subiti, grandi o piccoli che potevano essere, insoddisfazioni, perdite in famiglia, amori non ricambiati, le persone che non mi capivano, quella frase dei miei genitori pronunciata in un momento di rabbia che mi uccideva dentro, quel litigio con mio fratello, rabbia, disprezzo, frustrazione, fallimento, sofferenza, delusioni e quando il vaso era pieno…

Mani rotte.

Mani rotte contro muri, garage, cassette della posta o altro mentre il mio viso era rigato dalle lacrime, lacrime di chi aveva bisogno di qualcosa che non riusciva a trovare, lacrime di chi pensava di essere libero, e invece era schiavo di qualcosa che distruggeva la sua vita… E poi…niente cambiava…anzi…l’unica cosa che cambiava era la condizione delle mie mani.
Rotte, come il mio cuore.

“Cosa sono quei segni sulle mani?” mi chiedevano.
Rispondevo: “Niente non puoi capire”.

Poi un giorno, nella mia totale incredulità, incontrai qualcun altro con le mani rotte.
Conoscevo la sua storia da tanto tempo e mi era sempre sembrata così ingiusta da farmi stare male.
Anche le sue mani erano state rotte. Quel giorno capii che mentre le mie si rompevano come sfogo, principalmente per colpa mia e della mia vita nel peccato, le sue erano state trapassate da dei chiodi, ingiustamente.

Cosa sono quei segni sulle mani?
“Questi sono i segni dell’amore, quello che io ho provato e provo per te”

In quel giorno, le sue mani furono rotte, perché pagava il prezzo dei miei peccati. Inchiodate per colpa mia.
Lì sotto il triste scenario della croce, ho abbandonato tutto. Il mio peccato e di conseguenza le mie delusioni, i miei fallimenti, la mia rabbia, la mia frustrazione, la mia sofferenza e le mie mani rotte.

Oggi sono un giovane diverso, ho imparato a non farmi scivolare le cose addosso, ma a portarle davanti a Gesù. Le sue mani rotte, ogni giorno prendono le cose che non vanno e fasciano il mio cuore.

Tommaso (il discepolo) si sentì dire:
“Porgi qua il dito e guarda le mie mani” (Giovanni 20:27).
Quei segni di Gesù che era risorto stavano mostrando a Tommaso tutto l’amore di Colui che era stato disposto a dare la sua vita per lui.
Oggi quelle mani rotte, parlano a me e a te dell’amore di Dio che non vuole vederti soffrire.
Perciò smetti di accumulare delusioni per poi esplodere all’improvviso.
Prendifiato e porta il tuo cuore rotto, davanti a Gesù.

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