Questa è la storia di quando sono stata una giovane ricca

27 Dicembre 2016
prendifiato

prendifiato - rich girl

12 dicembre, sono con mia sorella. Usciamo dal ristorante belle sazie e ci dirigiamo verso l’auto. Dall’altra parte della ringhiera che divide la strada dal parcheggio un uomo, non italiano, con berretto e sacchetto del discount in mano ci chiede dove sia un autobus che porti alla metro.

Ore 21.30 + autobus che vada dalla periferia alla metro = impossibile!

“Non lo so rispondo”, ma mia sorella lo sa e gli indica una fermata davanti a un supermercato, un chilometro e mezzo più avanti. Ringrazia e si incammina.
2 gradi celsius fuori
Nebbia
Saliamo in auto
Silenzio
Io: “Fosse stata una donna le avrei dato un passaggio…anche se pure una donna può metterti il coltello alla gola e rubarti il portafoglio”. Silenzio. “Però sembrava bravo” aggiungo.

Silenzio

Mia sorella: “Dai prendiamolo! Diamogli un passaggio…me lo sento… è la cosa giusta”
Accendiamo l’auto e lo affianchiamo 200 metri più avanti. Cammina. Tiriamo giù il finestrino e gli chiediamo se vuole un passaggio.
“Sì grazie”
Ha un bel sorriso, una voce buona.
In cinque minuti di viaggio gli faccio qualche domanda su di lui e ci racconta che viene dal Pakistan e sta andando a Brescia, dove viveva fino a un mese fa, perché domani sua moglie farà il cesareo e nascerà il loro secondo bambino. Avrebbero voluto una femmina questa volta ma non importa, va bene anche così. Ora lui vive a Milano per lavoro, fa l’autista e poi finito il primo lavoro consegna volantini, per questo non è potuto andare prima alla metro, lavorava.
Lo lasciamo alla fermata della metro, scende e ringrazia e va.

“Buona vita amico”

Ci sentiamo piene di gioia: quando fai qualcosa di buono ti senti bene. Subito penso che dare vale più che ricevere, è proprio vero. Lo raccontiamo ai nostri genitori che ci ascoltano un po’ stupiti, commossi e orgogliosi.
Scrivo il racconto a una collega con cui ho lavorato qualche mese fa a un centro di accoglienza e salute per migranti. Lei si complimenta per essere andata oltre al pregiudizio e per aver avuto questo coraggio, non è facile mai per nessuno mi dice. “Ma no dai anche tu lo avresti fatto suvvia” e condivido il merito con mia sorella.
Vorrei scrivere questa storia ai miei amici, a quei troppi che ancora pensano che gli immigrati facciano una vita migliore di noi, noi che solamente usciamo dal ristorante all you can eat e torniamo a casa in auto.
In questo momento vorrei far riflettere gli altri sul pregiudizio che ci blocca dal fare del bene e provoco me stessa chiedendomi se avrei fatto la stessa cosa per un egiziano barbuto con una faccia un po’ da terrorista.

E mi sento già un po’ meno brava.

Doccia
La doccia ha tanti poteri e anche quello di lavare via i meriti.
Quando rimetto il piede sul tappeto del bagno ecco la fase due della riflessione.

La verità è che siamo così poco abituati a fare qualcosa per gli altri che basta dare un passaggio a uno per sentirci subito Madre Teresa di Calcutta.

Ma perché? Cosa avevamo fatto poi di così straordinario dopotutto?

Mentre Gesú usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» Gesù disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. Tu sai i comandamenti (…)». Ed egli rispose: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia gioventú». Gesú, guardatolo, l’amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va’, vendi tutto ciò che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». (Marco 10:17-21)

A volte ci capita di sentirci proprio dei bravi ragazzi, ma Gesù ci invita a guardare oltre questo.
Possiamo fare le cose giuste al momento giusto, ma Egli ci vuole invitare a riflettere su dove sia il nostro cuore e se c’è qualcosa che stiamo ancora cercando di tenere per noi.

Gesù ci guarda con tenerezza, vede i nostri limiti, conosce i piccoli tesori che nascondiamo e vogliamo tenere per noi stessi, e ci invita a lasciarli, a disporre tutto il nostro essere, i nostri pensieri, le nostre azioni, in favore degli altri con un cuore sinceramente rivolto a Dio, diventando capaci di amare di quell’amore di cui Lui ci ha amati: senza interessi e senza riserve, oltre i torti e le ragioni… un amore oltre tutto.

2 Comments. Leave new

Bella esperienza. Però nel caso di uomini mussulmani sarebbe necessario per i giovani conoscere la loro visione del mondo femminile per come è in realtà nell’Islam. La donna non può rivolgere parola ad un uomo ne guardarlo negli occhi altrimenti viene ritenuto un atto di approvazione alle possibili avance. Ecco perché per loro le donne occidentali sono secondo i loro canoni tutte potenzialmente disponibili. Bisogna saper approcciare con cautela cercando di fare il bene ma come dice la Parola siate semplici come colombe ma astuti come il serpente…. si può fare!

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Bella e semplice storia quella del passaggio. (…mi fa ricordare un libro che il pastore G.Germano ha scritto anni addietro: il titolo “Me lo dai un passaggio”) Nella storia del Giovane ricco mi ha sempre colpito la frase ” …Gesù guardatolo l’amò” Quando Gesù ama, ama veramente, a prescindere. Spesso ingenuamente pensiamo che con il nostro agire bene ci sentiamo persone amabili. Lungi da me il pensiero di attirarmi il Suo Amore. Sono uno della schiera delle “persone non amabili”

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