Le ferite secondo Dio
Avete presente quando siete in giro e improvvisamente capite una cosa, una di quelle importantissime e volete condividerla con qualcuno?
Ecco, voi siete quel qualcuno.
Passeggiavo per un parco e guardavo il perfetto prato inglese, quando mi sono stupita nel vedere che c’erano dei solchi. Quei solchi non venivano ricoperti dall’erba, ma piano piano proprio da lì iniziavano a crescere delle piante.
Ed è guardando quel prato che ho capito cosa intende Dio quando guarisce.
La cosa che mi ha stupito ancora di più è stato quello che vi cresceva dentro: fiori.
“Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza (…)
Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato (…)” (Isaia 53:3-4)
La persona descritta qui sopra è Gesù.
Lui capisce quello che stai passando, infatti si è già fatto carico di tutto quello che stai attraversando in questo momento, perché ha sofferto ed è stato ferito a sua volta, in maniera brutale e gratuita.
Dio conosce la nostra complessità e ha la pazienza di aspettare gli alti e bassi, i pianti e le paure.
Attraverso la preghiera lenisce il nostro cuore, ci fa avere nuove prospettive, ci apre gli occhi su quello che già abbiamo e quello che potremmo avere con Lui.
Ogni sofferenza porta una ferita, ma non lasciamoci scoraggiare dai solchi che vediamo e sentiamo.
Dio fa ogni cosa nuova e crea la bellezza dove pensiamo non possa più nascere.
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